Il nostro viaggio in India

Il nostro viaggio in India

Un viaggio in India è qualcosa con cui chiunque ami viaggiare, prima o poi, deve cimentarsi. Noi, ovviamente non potevamo essere da meno e così abbiamo usato la "scusa" di voler cercare nuovi produttori e artigiani con cui collaborare per lanciarci nell'organizzazione del viaggio!

Organizzare un viaggio in India, rigorosamente senza tour operator, è diventato sempre più facile grazie a tutti gli ottimi blog che si trovano online, a Skyscanner, Booking.com e compagnia bella. Ogni tanto ci sforziamo di ricordare com'era viaggiare prima dell'avvento degli smartphone, quando potevi solo fidarti delle indicazioni della gente e scegliere un albergo, senza recensioni e senza poterne confrontare più di 2-3 al massimo, era un vero e proprio salto nel buio.

Ricordare quei tempi è un esercizio romantico ma niente più e anche nel nostro viaggio in India la tecnologia è stata una preziosa alleata. In questo articolo ricostruiamo il racconto del nostro viaggio in India attraverso i post pubblicati in quei giorni sui nostri profili Facebook e Instagram, permettendoci di aggiungere qua e là qualche nota e qualche paragrafo.

Chiudiamo questa intro dicendo che l'India ha saputo andare oltre le nostre aspettative, non solo per gli straordinari prodotti di artigiananto che abbiamo riportato a casa e per i nuovi produttori con cui inizieremo presto a collaborare, ma per la sua bellezza. Viaggiando per quasi un mese attraverso vari Stati, ci aspettavamo di essere travolti dalle contraddizioni di un paese enorme e così è stato. Ma mentre elaboravamo l'urto di queste contraddizioni, l'India ci ha conquistato con la sua bellezza.

Non parliamo di una bellezza spirituale (per carità!) ma semplicemente della bellezza di certi panorami, palazzi e di luoghi perfetti: una piccola baia, una vallata tra i monti, luoghi che saluti con un "Arrivederci".

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19 ottobre - Delhi

viaggio a delhiAppunti sparsi dopo un paio di giorni a Delhi:

1) Se ti svegli la mattina con un po' di mal di testa è meglio che torni a letto subito. Non uscire per nessun motivo.

2) Se incontri un uomo con un cotton fioc usato in mano che ti chiede se può pulirti le orecchie non è un pazzo: è il suo lavoro. I pazzi sono i suoi clienti.

3) Vedere famiglie intere con neonati che dormono in un'isola pedonale in mezzo al traffico non è un'immagine che si dimentica facilmente.

4) Se scegli un ristorante con buone recensioni non lasciarti spaventare dal ragazzo impeccabile in guanti bianchi che ti apre la porta: dentro ci saranno sicuramente altri turisti vestiti come pensionati a Miami (proprio come te!).

5) A Delhi esisti solo se suoni il clacson.

 

21 ottobre - Delhi

22 ottobre - Agra

Fase 1 completata. Dopo due giorni all'Indian Handicrafts & Gifts Fair, la fiera dell'artigianato indiano più grande al mondo, è tempo di riordinare le idee (e i biglietti da visita). La nostra lista dei desideri sta decisamente prendendo forma ma la nuova collezione di Mulai Design nascerà nei prossimi giorni, quando viaggeremo per il Rajasthan e incontreremo gli artigiani a casa loro, visitando i loro laboratori, ascoltando le loro storie e scegliendo i loro prodotti con calma. 

26 ottobre - Jaipur

Scendiamo dal tuk tuk e l’indiano più gigante che io abbia mai visto, con tanto di turbante e incredibili baffoni all’insù, ci abbozza un “namasté” e afferra i nostri zaini, manco fossero pieni di polistirolo. Siamo arrivati all’hotel di Jaipur, la città rosa nonché capoluogo del Rajasthan, città nota in tutta l’India per le sue pietre preziose e per i suoi tessuti con le tradizionali stampe a blocchi fatte a mano. Stiamo ancora discutendo sull’ordine con cui andremo a visitare gli artigiani il giorno successivo e per un attimo non ci rendiamo conto della reggia in cui siamo capitati.

Ogni singola parete è decorata con mosaici su marmo bianco, tele dipinte con scene di caccia alla tigre e foto in bianco e nero o ritratti della famiglia reale che occupava originariamente il palazzo. Passeggiando per le sale comuni incappiamo anche in un paio di pianoforti antichi e un po’ malandati, un’armatura, alcune carrozze da cerimonia e un numero imprecisato di fontane colme di petali di fiori colorati e profumati. Facciamo il check-in. Saliamo al nostro piano. Entriamo in stanza. Ringraziamo il cameriere che ci ha accompagnato. Gli lasciamo con disinvoltura una mancia che non sembra soddisfarlo affatto.

Chiudiamo la porta alle nostre spalle e, appena soli, scoppiamo a ridere. Poi una domanda si insinua nei mei pensieri: quanto abbiamo speso?

Nell’organizzazione pratica dei nostri viaggi sono stato sollevato da ogni incarico visto che in passato ho dovuto rinviare la mia laurea per non essere riuscito a presentare tutti i documenti in tempo e ho anche prenotato un biglietto per il Messico sbagliando di 3 mesi la data di partenza (quella di ritorno era perfetta). Fortunatamente l’altra metà di Mulai Design è meglio di un tour operator ossessivo-compulsivo e non ama accontentarsi in quanto a sistemazioni. Punta un hotel con mesi di anticipo finché non arriva l’offerta che stava aspettando. Come ama ripetere, “prenotare su Booking è un’arte, non ti ci puoi improvvisare!” Morale della storia: ci aspettano tre notti in questa reggia per 40€ a notte, colazione inclusa...abbastanza tempo per farci conoscere da tutto il personale per le nostre mance inadeguate.

27 ottobre - Jaipur

viaggio in indiaNon so dopo quanto tempo puoi dire di aver capito un paese enorme come l’India. Sicuramente un mese non è abbastanza, figuriamoci una settimana. Però dopo questi primi sette giorni di viaggio possiamo dire di essere riusciti (quasi del tutto) ad andare oltre alla prima scioccante impressione che l’India trasmette all’occidentale medio. Ormai non facciamo più troppo caso al sottofondo incessante di clacson, alla sporcizia che trovi ovunque, allo smog delle città e al modo di ragionare apparentemente insensato degli indiani.
Passeggiando per Jaipur, tra i vari bazar della città rosa, ci districhiamo nello sciame di persone quasi come dei local, infilandoci tra macchine e tuk tuk, evitando i motorini con un preciso movimento del bacino e, al tempo stesso, discutendo di prodotti e artigiani a un tono di voce esagerato, per poterci sentire anche in quel frastuono.
Ecco, probabilmente non diremo mai che “l’India ci ha cambiato la vita” e, anzi, continueremo a guardare con sospetto chi lo dice, però forse ora abbiamo superato il primo stadio: l'accettazione. Abbiamo “accettato l’India”. E forse, dico forse, è a questo punto che riesci a guardare oltre al caos e a vedere la bellezza di questo Paese.

28 ottobre - Jaipur

Dopo il frenetico scambio di biglietti da visita e strette di mano dell’Indian Handicrafts & Gifts Fair di Delhi, a cui siamo stati la scorsa settimana, ora inizia la seconda fase della nostra missione in India: conoscere e scegliere i produttori con cui avviare collaborazioni per Mulai Design. Abbiamo un paio di appuntamenti in agenda quasi ogni giorno e siamo partiti da due produttori di Jaipur, entrambi specializzati nel tessile, vero fiore all’occhiello dell’artigianato di questa città. Visitiamo gli show-room e gli uffici, parliamo con i designers, scegliamo i prodotti e ci facciamo raccontare le storie e il modo di lavorare delle due aziende.
Poi ammiriamo gli artigiani all’opera, intenti a cucire a macchina o stampare a mano tovaglie maneggiando blocchi di legno con una precisione incredibile. I due produttori sono molto diversi tra loro: i primi sono alla terza generazione in questo settore e hanno prodotti molto tradizionali, gli altri sono giovani, soprattutto il team dei designers, e hanno idee più fresche, dai prodotti ai progetti di riuso delle stoffe di scarto. Entrambi commerciano già con tutto il mondo, realizzano prodotti di qualità e rispettano i diritti dei propri dipendenti. Con entrambi ci lasciamo con una stretta di mano e una bozza di ordine da definire dopo i prossimi appuntamenti.


30 ottobre - Jodhpur

Ho 100.4 gradi Fahrenheit di febbre. Osservo inebetito il termometro che ci hanno prestato alla reception, poi controlliamo online: sono 38°C. Siamo arrivati a Jodhpur, la città blu. Neanche il tempo di finire il nostro tè sul tetto della Guest House, e fare il punto sulle cose da vedere e sugli appuntamenti in agenda, che mi rendo conto di quel che sta succedendo: ci risiamo. Se c’è una costante in molti dei miei/nostri viaggi sono io che mi ammalo proprio sul più bello. Io che solitamente a casa non mi ammalo mai.
Come quella volta che, dopo aver viaggiato per un paio di settimane attraverso i Balcani, ci concediamo qualche giorno al mare, a Dubrovnik, e io li passo a rotolarmi nel letto con 39°C di febbre. O quell’altra volta, in Messico, che alternavo pelle d’oca da esaltazione a brividi di febbre mentre salivamo le montagne del Chiapas in autostop, passando dal cassone di un pickup all'altro, sotto la pioggia. E poi vabbé, c’è quella volta che ho preso la Malaria in Etiopia, proprio mentre attraversavamo un altopiano dove in teoria non ci dovevano essere zanzare (zanzare che oltretutto a me in Italia non beccano mai). Quindi so cosa mi aspetta: prendo un paracetamolo, fermenti lattici, ordino un bel piatto di riso scondito, mi metto comodo sotto le coperte e mi addormento ripetendomi "domani starò bene, domani starò bene, domani"...

2 novembre - Jodhpur

3 novembre - Udaipur

viaggio in indiaUna donna con uno splendido sari rosso e verde e la figlia in braccio, anche lei vestita a festa, ci avvicina e, vincendo la timidezza ci chiede: “Possiamo farci una foto insieme?”. Il marito, anche lui elegantissimo, è già pronto col cellulare in mano.
Ovviamente acconsentiamo e con la coda dell’occhio noto del movimento attorno a noi: si sta creando la fila. È la festa di Diwali, in India la festa più importante dell’anno. Un po’ come il nostro Natale. La gente torna a casa per passare qualche giorno con la famiglia, sparare un arsenale di petardi e fuochi d’artificio e poi farsi delle vasche in centro, che per l’occasione è agghindato con festoni, luci e palchi con concerti e danze.
Siamo a Udaipur, la nostra ultima tappa in Rajasthan. Dopo cena usciamo per strada e seguiamo la folla attraverso la città vecchia fino a ritrovarci esattamente nell’epicentro della festa. Abbiamo sfoderato dagli zaini il meglio del nostro guardaroba da viaggio ma non basta a non farci vergognare un po’ in mezzo a una folla così elegante.
Più che passeggiare, le famiglie sfilano per le vie del centro, sfoggiando abiti tradizionali probabilmente acquistati proprio per quell’occasione, spesso coordinati nei colori con gli altri membri della famiglia. Eppure siamo noi, con i nostri jeans e le scarpe da trekking, a rubare la scena. Non ci sono molti occidentali in quella folla.
Chiunque incroci i nostri sguardi ci sorride e ci augura “Happy Diwali”, i bambini ovviamente sono i più coraggiosi in questo tipo di approccio. Poi ci fermiamo a guardare un concerto e la donna col sari rosso e verde prende coraggio e si scatta una foto con noi. Poi è la volta del marito. Poi un gruppetto di adolescenti a spasso senza genitori. Poi un’altra coppia, questa volta sulla cinquantina. Poi un uomo manda avanti suo figlio che mi dà il nome del suo account Instagram e mi chiede di scattare la foto col mio cellulare e inviargliela.
Ad ogni foto sono vigorose strette di mano, sorrisi luminosi, “Happy Diwali” e magari qualche scambio di battute in inglese.
Very. Important. People. 😎🤳😂

5 novembre - Udaipur

6 novembre - Udaipur

viaggio in rajashtanNei nostri ultimi giorni di Rajasthan abbiamo continuato a incontrare artigiani e produttori, allacciando legami che ora continueremo a coltivare online. Questa parte dell’India è famosa in tutto il mondo per il suo splendido artigianato e non a caso ci è capitato spesso, in giro per le città o in albergo, di scambiare due chiacchiere con buyers internazionali di importanti brand, in India per concludere ordini enormi con le più grandi aziende della zona. Carpire qualche segreto e qualche consiglio da questi professionisti è sempre molto prezioso, anche se lo stile che abbiamo sempre cercato di darci, come Mulai Design, è un po’ più personale.
Nei nostri viaggi, abbiamo sempre preferito il piccolo artigiano, la cooperativa o l’impresa con una bella storia alla grande azienda già abituata a trattare con i più grandi marchi internazionali, e così abbiamo continuato a fare anche qui in India. Avere a che fare con questo tipo di realtà significa magari spendere qualche Rupia in più ma anche poter avviare fin da subito un rapporto più personale, in cui noi possiamo consigliare qualche modifica ai prodotti e, dall’altra parte, ricevere suggerimenti sui modi migliori per spedire in Italia. Il sogno è quello di costruire rapporti destinati a durare nel tempo, in cui si possa crescere insieme.

7 novembre - Cabo de Rama (Goa)

8 novembre - Agonda (Goa)

10 novembre - Alleppey (Kerala)

viaggio in keralaNavigare lentamente tra i canali del Kerala, osservando la vita delle Backwaters dalla barca, è stata certamente una delle esperienze più indimenticabili di questo viaggio. Strisce di terraferma di pochi metri, tra canali e campi di riso, in cui la gente si è abituata a convivere con l'acqua e le inondazioni. Specialmente quest'anno, che la stagione monsonica dovrebbe essere ormai finita da mesi ma invece continua senza tregua.
La barchetta della scuola che riporta i bambini in uniforme a casa. Una signora che lava le stoviglie nel canale. Un uomo che svuota con un secchio la sua canoa dall'acqua che quest'anno continua a piovere. Un gruppo di anziani che gettano una rete da pesca da una banchina. Due bambini che giocano nel giardino completamente sommerso dall'acqua. E tutte le donne che si precipitano a lavare e poi stendere i panni appena cessa la pioggia e torna il sole.

11 novembre - Munnar (Kerala)

viaggio in kerala"Le colline sono ancora più belle subito dopo la pioggia". Ci assicura Alvin mentre riemergiamo dalla foresta dopo un acquazzone tropicale. Allunghiamo il passo per stargli dietro. E poi eccole lì, le colline, perfettamente pettinate in piantagioni di tè. Con i raggi del sole che bucano le nuvole qua e là aggiungendo altri verdi alla tavolozza della vallata. E dopo una vallata ce n'è un'altra, ancora più incredibile. Ti guardi attorno e hai la sensazione che ogni linea, ogni colore e ogni dettaglio sia esattamente come e dove dev'essere. È tutto semplicemente perfetto, come un dipinto. E tu cammini lì in mezzo, e non sai cosa dire. Ti riempi gli occhi e ti innamori del Kerala.

13 novembre - Italia

L’India non ci ha cambiato la vita, o per lo meno non ce l’ha cambiata più di qualsiasi altro viaggio che abbiamo fatto. Però sicuramente ci ha sorpreso, ed è andata oltre alle aspettative che avevamo quando siamo partiti. Avevamo deciso di andare in India soprattutto per trovare nuovi produttori e artigianato di qualità, e non siamo stati delusi, ma poi abbiamo riportato a casa molto altro, inclusa la voglia di tornare a viaggiare da quelle parti, per scoprire altre facce di un paese enorme. viaggio in indiaA pochi giorni dal rientro in Italia, in una domenica di pioggia che nemmeno i Monsoni, proviamo a raccogliere alcuni appunti finali di questo viaggio durato quasi un mese. ➡️ Le 5 esperienze più indimenticabili che abbiamo vissuto (in ordine sparso): varcare la Great Gate e ritrovarsi al cospetto di sua maestà il Taj Mahal; fare trekking tra le piantagioni di tè nelle montagne del Kerala; rilassarsi nella spiaggetta di Cabo de Rama, nel sud di Goa, sciacquandosi in un ruscello di acqua dolce per togliersi il sale dalla pelle dopo una nuotata; navigare per due giorni nelle backwaters di Allepy, sempre in Kerala, spiando la vita che scorre a riva; esplorare il forte di Jodhpur, una perla in un Rajahstan un po’ deludente in realtà; e poi, come in ogni viaggio, parlare con la gente, ascoltare le loro storie e i loro progetti e scoprire qualcosa in più sulla cultura e sulle contraddizioni indiane.
➡️ Se avete problemi intestinali in India (e quel momento arriverà) non fidatevi dei consigli dei ristoratori che vi promettono piatti “assolutamente non speziati”. Puntate il dito su “plain rice” e “plain naan” e non schiodatevi da lì.
➡️ Le prese elettriche in India sono diverse da quelle italiane, ma se spingi forte vanne bene anche quelle italiane.
➡️ Per qualche arcano motivo ci sono indiani che pensano sia una buona idea andare in giro coordinando i vestiti con altri componenti della famiglia. Finché vedi un’intera famiglia vestita con abiti tradizionali ricavati dallo stesso rotolo di stoffa può anche starci, ma quando vedi madre e figlio andare in giro con la stessa tuta interamente zebrata allora è qualcosa più difficile da comprendere.
➡️ Fare l’elettricista in India può essere un lavoro molto complicato o molto creativo. Nella maggior parte delle camere in cui abbiamo dormito c’erano almeno una quindicina di interruttori, sparsi senza logica apparente sulle quattro pareti, che controllavano almeno una decina di diverse opzioni di luce. Situazione classica: sei a letto, vuoi solo spegnere la luce e provi i 5 interruttori che ti trovi sul comodino: il primo controlla la presa di corrente, il secondo accende il ventilatore sul soffitto, il terzo non sembra produrre alcun risultato, il quarto accende un faretto posizionato in un angolo della stanza e il quinto aziona la luce del bagno, a sua volta collegata a una fotocellula che spegne la luce dopo un minuto se non viene rilevato movimento. Niente da fare: esci dalle coperte, ti alzi e vai a caccia dell’interruttore giusto.
➡️ Quando, alla fine del tuo viaggio, vedi un branco di bambini spuntare di corsa da un palmeto con una palla, abbozzare due porte e iniziare un tre contro tre al tramonto sulla spiaggia di Goa, allora lo senti più forte del solito il richiamo della foresta. Quell'istinto primordiale che ti dice di lasciar perdere il volo di ritorno e il lavoro e di restare a giocare. Che alla fine puoi essere anche il Real Madrid ma c'è sempre bisogno di un mediano.
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Vetro soffiato

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